Il polline di fiori è una delle sostanze più ricche che la natura ci offre. Si trova in ogni parte del mondo ma non è un elaborato dalle api come ad esempio il miele, è semplicemente raccolto da esse sui fiori e costituisce la materia prima per la produzione della pappa reale.
È largamente utilizzato, inoltre, in miscela con il miele e la pappa reale per l’alimentazione delle larve e delle api giovani (da 1 a 15 giorni di età).
L’attività di raccolta del polline da parte dell’ape è molto complessa. In pratica il polline (polvere giallastra, finissima e appiccicosa costituita da microscopici granuli) rimane intrappolato nei sottilissimi peli presenti sul corpo dell’ape bottinatrice quando questa si posa sulla corolla di un fiore per raccoglierne il nettare.
L’ape, quindi, si “ripulisce” via il polline dal capo e dal corpo raggruppando e impastando il polline con nettare, fino alla formazione di pallottole di forma quasi sferica trasferite in apposite “cestelle” (simili a piccole borse) situate sulle zampette posteriori (ogni pallottolina pesa in media 7 mg). Per tale motivo il polline è conosciuto volgarmente anche come “il pane delle api”.
Tornate all’alveare, le pallottoline sono deposte all’interno di una celletta e ripetutamente compresse e inumidite con miele e saliva per l’alimentazione proteica delle larve (ogni alveare ne raccoglie circa 3 Kg).
Come si ottiene il polline?
Per intercettare le palline di polline raccolte e trasportate dalle api, l’apicoltore applica all’ingresso dell’alveare una “trappola da polline”: per entrare nell’alveare l’ape attraverserà delle restrizioni che ne permetteranno il passaggio solo a patto di perdere le palline. Staccandosi, esse cadranno in un cestello sottostante dove verranno successivamente raccolte dall’apicoltore.
La trappola da polline non intercetta la totalità del polline, così alle api non verrà a mancare il nutrimento. Esse potranno passare, per esempio, con palline di polline molto piccole. Siccome comunque la trappola rallenta l’attività di rientro delle api, essa viene applicata in modo mirato solo nei periodi dove si prevede un forte raccolto di polline e solo agli alveari con famiglie forti e vigorose.
Successivamente il polline raccolto dai vari cestelli viene portato in laboratorio per essere deumidificato, per consentire una maggiore conservazione, e imbarattolato.
Cosa contiene il polline?
Ogni singolo granulo di polline racchiude tutti gli elementi necessari alla vita: proteine, vitamine, amminoacidi, grassi, carboidrati, enzimi, sali minerali ed ormoni, presenti in proporzioni diverse in base al fiore dal quale originano.
Dal momento che le api, durante la loro normale attività bottinatrice, raccolgono polline da una grande varietà di fiori, non è possibile conoscerne a priori l’esatta composizione chimica.
Il polline di api costituisce la più ricca e completa fonte di minerali, vitamine, enzimi ed aminoacidi presenti in natura.
Infatti esso contiene:
- 21 dei 23 amminoacidi conosciuti
- minerali come Potassio, Calcio, Magnesio
- proteine (il 35%del contenuto del polline)
- vitamine, soprattutto A, B, C ed E
- carotenoidi, flavonoidi e fitosteroli
- tutti gli oligoelementi essenziali
INFORMAZIONI NUTRIZIONALI
Analisi media
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Per 100g |
Valore energetico | 402Kcal / 1699KJ |
Grassi
acidi grassi saturi
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6,7g
2,5g
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Carboidrati
zuccheri
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64,8g
38,8g
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Proteine | 20,6g |
Sale | 0g |
Quali proprietà e benefici ha il polline?
La completezza e la complessità delle sue componenti, unitamente alla tradizione medica popolare, fanno del polline un complemento dietetico utile nella cura e nella prevenzione di numerosissime condizioni, patologiche e non (anemia, arteriosclerosi, astenia, fragilità capillare, colite, depressione, diabete, dimagrimento, eczemi, influenza, occhi stanchi, prostatiti, reumatismi, stipsi e varici). Le sue virtù adattogene lo rendono utile per migliorare l’adattamento e la risposta dell’organismo ad eventi stressanti di varia natura.
L’utilizzo di polline è diffuso anche in campo sportivo, dove viene apprezzata la sua ricchezza in minerali, vitamine ed amminoacidi.
Nonostante molte persone, dopo averlo provato, confermino le proprietà curative e rivitalizzanti del polline, non esistono prove certe che ne attestino l’efficacia in campo sportivo, né tanto meno in quello terapeutico. Per quanto detto sinora, il polline può comunque essere ragionevolmente considerato una valida e completa alternativa naturale agli integratori multivitaminici e multiminerali di sintesi.
Vitamine A, B (compresa la vitamina B12, carente nella quasi totalità dei prodotti vegetali), C, E, carboidrati, enzimi, acidi grassi insaturi, fanno del polline un alimento estremamente bilanciato capace di portare benefici non indifferenti.
- Il polline per il cuore: grazie alla ricca concentrazione di vitamina E e di Selenio aiuta a contrastare i radicali liberi e tonifica il cuore (oltre ad altri muscoli). Inoltre è presente nel polline una percentuale di lisina, un aminoacido polare che aiuta la protezione della parete cardiaca.
- Occhi belli e ben funzionanti: vitamina A e betacarotene aiutano gli occhi a rimanere sani, proteggendo le mucose e mantenendo inalterata la qualità della vista. Inoltre gli stessi elementi regolano l’attività dell’ipofisi con contributo positivo non solo sulla vista, ma anche al sonno.
- In forze dopo una malattia: il polline è un toccasana come ricostituente e aiuta a ritrovare appetito e buonumore. È consigliato anche a chi è affetto da anoressia o disturbi alimentari di altra natura perché ridona forza alle persone indebolite. Per le stesse ragioni è adatto alle neomamme in allattamento.
- Il polline per il benessere generale: stress e infiammazioni trovano nel polline un nemico giurato grazie alla alta percentuale di vitamina C in esso contenuto. Inoltre acido folico, manganese e niacina aiutano anche a rigenerare i tessuti nervosi. Perfetto in caso di ansia e stress. In generale possiamo dire che il polline aiuta l’attività cerebrale e la memoria in particolare.
- Tiroide e neuroni migliori: grazie agli aminoacidi presenti, il polline aiuta a migliorare la funzionalità della tiroide e aiuta i neuroni a rimanere giovani. Un aiuto concreto soprattutto in caso di scompensi ormonali o menopausa.
- Polline amico dell’intestino: definito da alcuni studiosi come il “poliziotto dell’intestino”, il polline aiuta a limitare la fermentazione e migliora lo stato dell’intestino perturbato da costipazione cronica grazie all’azione attiva sui batteri intestinali.
- Un aiuto per la prostata: azione miracolosa in caso di adenoma prostatico, il polline è di grande aiuto contro l’ipertrofia della prostata grazie alle sue proprietà anticongestionanti e antiflogistiche.
- Alleato per gli sportivi: ricco di proteine, lipidi e carboidrati, il polline è un alleato per gli sportivi più assidui che possono ricaricarsi velocemente grazie a un uso sistematico di questo elemento.
- Supporto alle terapie anticancro: riduce gli effetti negativi di radiazioni e chemioterapia, ed aumenta la quantità di cellule immunitarie, per meglio contrastare i tumori;
Come si assume il polline?
Si presenta sottoforma di palline con guscio granuloso, rigido e impermeabile, dal profumo dolce e aromatico, molto simile a quello dei fiori, consistenza morbida e malleabile e dal colore che varia a seconda della provenienza delle specie vegetali dalle quali è stato raccolto.
Il digiuno è il momento più adatto per consumare il polline, che può essere assunto, per esempio, prima della colazione o lontano dai pasti.
Il consumo delle palline di polline avviene masticandole lentamentee accuratamente. Per evitare l’acidità gastrica (non tutti gli organismi accettano il polline di buon grado) si consiglia di masticarlo a lungo o diluirlo aiutandosi eventualmente con una bevanda tiepida (acqua, latte o tisana). In tal modo si ovvia anche al sapore del polline che non è particolarmente invitante!
Il polline può essere consumato anche miscelato con del miele, della confettura oppure con dello yogurt.
La quantità consigliata è di circa 15/20 g al giorno per un adulto (un cucchiaio da tavola raso) e 5/10 g per un bambino per una durata di 1-3 mesi. Il momento più opportuno per consumarlo è al mattino a digiuno, prima della colazione.
È raccomandato nelle convalescenze, agli anemici (anche per l’alto contenuto di rame), ai bambini, agli anziani, agli inappetenti, alle gestanti e allattanti e nel surmenage fisico e psichico.